domenica 1 aprile 2012

Vuoi ridere?!

Ho riletto la mia introduzione...In effetti sembro una checca isterica in alcuni punti, il che mi stupisce dato che non sono una signorina Rottermeier versione moderna. Non ho una scopa in culo e non sono una misantropA (?). Ma ci sono quegli attimi in cui ti viene spontaneo vomitare fuori tutto ciò che hai dentro. E credo che i poveri blog -così come un tempo lo erano i diari cartacei- abbiano un po' la sfiga di essere visti come dei grandi sacchi in cui possiamo svuotare tutto ciò che nella vita di tutti i giorni non possiamo dire. O magari non vogliamo dire. O anche ciò che abbiamo già detto, ma che ci sembra degno di essere urlato anche al resto del mondo.
Quando mai ci saremmo sognati, durante la nostra adolescenza, di lasciare il nostro diario aperto nel bel mezzo della classe affinchè tutti -ma proprio TUTTI- potessero leggerlo, soprattutto degli sconosciuti? Eppure è ciò che facciamo. Siamo vittime di un egocentrismo dilagante o abbiamo soltanto una disperata voglia di comunicare e comunicarci?
...
Ecco, questo suppongo sia quel momento in cui ti rendi conto che volevi scrivere un post divertente e invece rileggendolo sospiri rendendoti conto che è l'ennesimo "flusso di coscienza".
Fanculo.
Ad ogni modo credo sia il caso di rendere noto a chiunque leggesse mai questo blog che ogni giorno mi capitano dei fatti strani. Solitamente collegati a casi psichiatrici. Perchè ci sarà pure un motivo se sono ancora single...
Giusto ieri camminavo per corso Zanardelli e noto un soggetto inquietante che mi fissa e inizia a seguirmi. Non ero completamente sicura che mi stesse pedinando, quindi mi sono fermata fingendo di cercare il cellulare in borsa. Mi si avvicina e si ferma accanto a me. Sollevo lentamente la testa e incrocio il suo sguardo vitreo. C'erano 27° ed era tutto sudato. Obeso. Con degli occhiali degni di Elton John negli anni peggiori. E un trench-safari color beige probabilmente rubato alla nonna. Sulla trentina. Sputacchiando, esordisce con un : " Ciao! Dove vai?". E io, esibendo il libro che tenevo nella mano sinistra rispondo : "In biblioteca...A studiare (menzogna, dovevo solo riconsegnare il volume)". E lui : " Poffo venire con te?". Io : "No!". Lui: "E poffo accompagnarti?". Io: "No!". Lui : "Allora resti un po' qui a parlare con me?". Io : "(ari) No. Ciao!".
Ho ripreso a camminare a passo svelto e deciso, dirigendomi verso la biblioteca.
Analizzando questa situazione "ai confini della realtà" le deduzioni son due: il tizio mi ha fatto veramente tanta pena. Cioè all'inizio temevo che mi avrebbe atteso in un vicolo buio atterrandomi con una scacciacani e già vedevo i giornali di oggi che titolavano: "giovane ragazza trovata a pezzetti in vari sacchi della spazzatura in Maddalena (famigerata zona collinare di Brescia dove i lussureggianti prati si intervallano a piantagioni di profilattici usati). Unica parte mancante: le zizze". Ma dopo questo primo momento di inquietudine dovuto forse alla mia farcitissima cultura horror, devo ammettere che tutta la vicenda mi ha smosso una certa compassione. Ovvio, la seconda deduzione è stata : se fossimo stati in un film, lui sarebbe stato un figo della madonna -senza alitosi e forfora- e dopo alcune vicissitudini, un momento di litigio e un riappacificamento, ci saremmo sposati.
Ma non vivo in una commedia americana.
E non vivo nemmeno in America.
Vivo a Brescia, dove il sabato sera gli operai affittano Ferrari e Porches per ostentare qualcosa che non c'è e i colpi di fulmine che causano magnetismi esotici e insperati sono merce sempre più rara. Se proprio ti va' bene, incappi in un "Forrest Gump" un po' più sfigato e un po' meno lavato che ti trasmette un senso di solitudine infinito...

Chiara

2 commenti:

  1. Hahaha fantastico.
    Per quanto riguarda la prima parte del post, ho appena scritto qualcosa di simile. Qualcosa ispirato al fatto che si mostra tutto e/o niente ed è quasi un bisogno di purga...
    La seconda parte, quella dell'incontro, mi ricorda il feticista di via Meravigli, a Milano. Un povero matto che inseguiva le donne chiedendole di toccare e di annusare i piedi haha.
    Ciao.
    Lord

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    1. Quanta tristezza. A proposito di passioni strane per piede e calzature, a me una volta un tipo ha chiesto di prenderlo a calci nelle palle -sono fine ma non finissima- con gli stivali più appuntiti che avevo. Peccato che ormai vadano di moda le punte arrotondate.

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